Dove non potè la politica, potè invece la poesia (G.A. Borgese )

Di ANNAMARIA FARRICELLI

Castellammare di Stabia, 5 Aprile 2021

L’ Italia non fu fatta da re o capitani, essa fu la creatura di un poeta , “ DANTE” . Allorché l’ Italia era ancora divisa in regni, comuni e signorie, fu “ Dante” il vate delle “ itale genti “, il fondatore dell’ identità nazionale. PERCHE’ ? Perché i grandi poeti non muoiono e riescono a parlare al cuore e alle menti degli uomini di ogni tempo. Ma la modernità di Dante va oltre questo concetto, semplicemente perché è figlio del suo contesto “ storico-letterario”, con le sue convinzioni filosofiche, teologiche, morali, scientifiche… e questo lo rende fragile. E’ un uomo le cui certezze non sono radicate, incrollabili e sicure ed i suoi dubbi li esprime nel suo “ poema infinito “. Partecipò attivamente alle complicate vicende storiche del periodo e , per l’ Italia , divisa in piccole < città-stato >,lui auspicava dovesse far parte del “ Sacro Romano Impero”, capitanato da Tedeschi che , ai suoi occhi, apparivano come portatori di pace, giustizia e prosperità, mentre gli Italiani erano troppo impegnati a scannarsi a vicenda per accaparrarsi il potere : “.. Ahi serva Italia e di dolore ostello, nave senza nocchier in gran tempesta, non donna di provincia ma bordello… ( VI c Inf.) E’ proprio questo che lo rende moderno. E’ un uomo fatto di forza e fragilità, di certezze e di dubbi, di ottimismo e paura…l’ uomo vaga ne lo gran mar dell’ essere e percorre il mare ondoso e le acque tranquille,….,rappresentate dalla selva oscura o la montagna illuminata dal sole o gli spazi celesti, ossia i drammi e le speranze di ognuno di noi . Dante è un poeta che s’ interroga su tutti gli aspetti dell’ esistenza dell’ uomo e indaga sul percorso che intraprende, quello che porta al “ bene e alla luce “ o al “ male e al buio”. Insomma, Dante vuole “ capire” per “ capirsi “, “ conoscere “ per “ conoscersi , fino ad arrivare dove nessuno si era mai avventurato cioè “ nell’ oltranza” della nostra esistenza. Ecco perché la “ grande modernità “ di Dante sta proprio nella sua “umanità”, nel suo saper interpretare le inquietudini e lo smarrimento che l’ uomo prova nei confronti del significato misterioso de proprio esistere. Ed è proprio nella sua modernità che la nostra vita è un intercalare di citazionismi danteschi senza saperlo, basti citare “..stai fresco ( XXXIII c Inf); ….senza infamia e senza lode (III c. Inf) ;…fa trema le vene e i polsi.. ( I c. Inf); …nel mezzo del cammin..( I c. Inf);…galeotto fu il libro e chi lo scrisse ( V c. Inf);…come sa di sale lo pane altrui ( XVII c. Par.)…..si potrebbe continuare all’ infinito , ma così parlando del tempo antico, ecco che Dante pensa anche a noi posteri, connettendo il passato con un presente senza tempo. Il suo vero nome era “ Durante degli Alighieri” e, parlare di “lui”, sembra percorrere la strada del “ mistero”, quello stesso che ha avvolto la sua vita. Di lui si ha una sola immagine ed una descrizione fisica del Boccaccio non molto benevola. Incertezze anche sulla data di nascita, sul numero dei figli. La Commedia non si sa quando sia stata scritta e non se ne ha mai avuto il manoscritto originale, di conseguenza, non si conosce la sua scrittura autografa. Perché ? MISTERO ! Ma dove potrebbe trovarsi l’ originale manoscritto ? Forse ci fu un incendio che lo bruciò ? Forse è da considerare anche l’ interpretazione di un codice medioevale che nasconderebbe la dottrina segreta dei Fedeli d’ Amore , una confraternita medioevale fiorentina che compiva studi esoterici che metteva in relazione amore sacro e carnale simboleggiato da Dante/Beatrice . Proprio in questo contesto corporativo è da considerare la figura di Virgilio come guida. Il poeta latino era considerato un “ mago” pre-alchimista. Dante era iscritto alla corporazione dei medici e speziali, da leggersi “ alchimisti “ e tutto questo fa della Commedia il più eccelso ed inquietante libro esoterico. Con la Commedia, Dante ha voluto lasciare ai lettori , un messaggio dottrinale nascosto nei versi. Nel regno degli “ ILLUMINATI”, il Paradiso, citando i principi celesti, Dante pone l’ identificazione con uno dei gradi della Massoneria Scozzese, e il grado di “ Scozzese Trinitario “ sarebbe riferito al numero 3 , ricorrente nel poema e riferito alla Trinità, ma anche ai 3 principi massonici : libertà, uguaglianza e fratellanza, le 3 virtù teologiche : fede, speranza e carità e 3 elementi alchemici : zolfo, mercurio e sale, per creare la “ Grande Opera “ Molti studiosi parlano di “ vite parallele “ di Dante, quella pubblica e quella nascosta, ancora ci s’ interroga sul significato esoterico del poema. Ma il mistero affascina, intriga, appassiona ed ecco perché :….un classico è un libro che non ha finito di dire ciò che ho da dire ….e questo ben si sposa con la commedia che, nella sua lontananza , non è mai sta tanto vicina a noi…( ITALO CALVINO) e a 700 anni di distanza, Dante ha ancora tanto da ….raccontarci !!!

DANTEDI’ 1265/ 25 Marzo / 2021